Il congresso del Pd

Il congresso del P.D. è iniziato. Mi auguro sia un congresso di merito e che le inevitabile differenze siano momento di discussione libera, che servano per affrontare le questioni e non divengano arroccamenti pregiudiziali o dannose rotture.

Voglio riportare parti di un mio commento sul blog dell’amico Pierangelo Ferrari:

si parla sempre più di partito solido e partito liquido, negli ultimi anni li ho visti ambedue. Teoricamente dovevano essere una cosa ma nei fatti sono stati altro. L’uno tanto solido da essere diventato un blocco di cemento totalmente immobile e incapace di dialogare con la società, l’altro più che liquido è stato scivoloso.
Per quanto mi riguarda ritengo indispensabile che un partito sappia essere sia solido che liquido.
Solido: radicato sul territorio che veda attivisti organizzare volantinaggi, attaccare manifesti, organizzare assemblee per parlare con i cittadini. Che veda in ogni quartiere, in ogni paese gruppi di attivisti, meglio se con tanti giovani. Desidero un partito così perchè vengo da un tradizione che vedeva sezioni di quartiere con punte di 400/500 iscritti e 70/80 attivisti.
C’è un piccolo problema quel partito non può esistere perchè la società non è quella di 30/40 anni fa.
L’enunciarlo è un falso propagandistico che tende a far leva sui bei ricordi del passato.
E lo dico io che tutt’ora distribuisco volantini, attacco manifesti, organizzo assemblee, insomma lo dice chi è interessato a fare il massimo del partito solido possibile. Ripeto possibile.
Liquido: che sappia penetrare anche in quei settori della società difficilmente raggiungibili dalla propaganda tradizionale, che utilizzi internet, i media, la fantasia necessaria per rendere visibili le nostre iniziative. Per fare questo è meno necessario avere centinaia di attivisti in ogni quartiere, ma bisogna avere quel minimo di fantasia e di modernità che troppe volte ci manca.
Anche in questo caso la mia esperienza è quella di dialogare in facebook o nei vari giornali telematici, è quella di aprire un sito del pd, o di provare a rendere appetitose le nostre iniziative. Il tutto per far passare le nostre posizioni in modo diffuso, anche se inevitabilmente meno approfondito.
Insomma faccio il massimo possibile per avere sia il partito solido che quello liquido. Ripeto il possibile.
Il problema è che non siamo un partito solido e neppure liquido. Perchè siamo un partito vecchio.
Vecchio anagraficamente, vecchio nella prassi, vecchio nei modi di parlare e di comunicare. Vecchio e anche un po’ conservatore. Ogni volta che facciamo una scelta coraggiosa, e quindi inevitabilmente insicura, alla prima incertezza le paure ci attanagliano e si torna indietro.

Detto tutto ciò ritengo che il tema principale non sia quello relativo al partito solido o liquido, perchè ciò attiene all’importante problema delle modalità con cui noi formiamo i gruppi dirigenti e parliamo alla società. Ma la questione è parlare alla società per dire cosa? Ovvero è di linea politica.

Un congresso serviva all’indomani della sconfitta elettorale di un anno fa.
La segreteria cittadina approntò un documento che chiedeva un congresso subito. Tra i dirigenti bresciani, ad esclusione di noi “bizzarri” della segreteria cittadina, lo firmarono Pierangelo Ferrari e Fabio Capra.
Quindi, a Brescia come a Roma, tutti quelli che oggi criticano la mancata discussione e prima sono stati zitti o addirittura hanno approvato la scelta di rimandare il congresso fanno i furbi.

Non ho ancora deciso con chi schierarmi (testardamente prima di decidere voglio leggere i progetti), ma ritengo sempre più improbabile stare dalla parte della conservazione che si sta unificando intorno al bravo già ministro Bersani. Potrei sostenere la tesi che li c’è troppa conservazione con argomentazioni politiche, ma mi basta un segnale per capire molto: tutti, ma proprio tutti coloro che erano contro la nascita del pd sono con Bersani. Sò bene che ci sono pure molti che sostennero la nascita del pd, ma la cosa stupefacente è che neppure uno dei contrari non si trovi in quella mozione. A Brescia partendo da Bragaglio, il più determinato dei suoi avversari.
Mi auguro di sbagliare ma temo che parte di chi si trova a sostenere Bersani stia lavorando per tornare al passato.

Giorgio De Martin
Segretario cittadino del Partito Democratico

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Redazione BsNews.it

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