Molgora conquista al primo turno (non era mai successo in Broletto) la poltrona di presidente della provincia con il 55.5% delle preferenze e la Lega Nord si attesta al 26.44%, appena sotto l’alleato Pdl, primo partito con il 27.0%.
Giornata memorabile per il Carroccio bresciano che porta alla presidenza un uomo che ha già seduto sulle poltrone del
Consiglio comunale in Loggia e di quello provinciale in Palazzo Broletto prima di essere eletto a Roma e diventare
sottosegretario all’Economia, carica che ha tutt’ora e non ha intenzione di abbandonare anche se mette la decisione nella
mani di Bossi e Tremonti. Subito Molgora risponde alle domande che i giornalisti gli rivolgono a questo proposito, riguardo anche alla accuse mosse dall’opposizione in campagna elettorale. Su Bresciaoggi in edicola si legge: «Quello è stato un attacco strumentale, direi quasi personale. L’attacco di chi ignora che il presidente della Provincia non è il sindaco: fintanto che non c’è il federalismo, non quello fiscale ma quello istituzionale, intendo, svolge compiti di coordinamento e di indirizzo politico. In questo senso, il tempo passato a Roma non sarà tempo perso, ma avrà ricadute positive sull’amministrazione locale. Penso a partite come il patto di stabilità, che ricade sui bilanci anche delle province».
In Consiglio 11 posti alla Lega Nord, 11 al Pdl, 9 al Partito Democratico e 3 all’Udc.
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