Tempi duri per i ceti familiari più deboli: ai soliti problemi di ristrettezza economica molti lavoratori a reddito basso spesso devono in questi mesi aggiungere la situazione salariale peggiorata nel caso il datore di lavoro abbia chiesto la cassa integrazione. Una decurtazione di stipendio del 20, del 40% può rappresentare un vero e proprio pericolo per la sopravvivenza di una famiglia con mutuo o affitto e magari figli in età da scuola. La Caritas bresciana un’altra volta mette in campo tutte le risorse che ha a disposizione e si appresta a varare una campagna di aiuto che va in 5 direzioni: microcredito sociale per ottenere piccole somme, da 500 a 3mila euro, da restituire in 36 mesi a condizioni vantaggiose; sostegno all’occupazione per le persone sole e quelle più deboli; fondo di assistenza per i bisogni primari, per tamponare fin dove possibile le situazioni di difficoltà più gravi; costituzione e coordinamento di una piattaforma comune tra le varie associazioni che si dedicano all’assistenza e alla raccolta di alimentari per i poveri; potenziamento della mensa per i bisognosi (circa 100 pasti distribuiti agni giorno). Per attuare queste iniziative il direttore della Caritas bresciana don Giorgio Cotelli ipotizza serviranno circa 1 milione e 650mila euro, che verranno raccolti nel “Fondo di solidarietà Mano Fraterna”.
Au.Bi.
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