Una vera e propria impresa quella in cui si è cimentata Vanessa Ferrari ieri al Forum di Assago, gremito per la finale del corpo libero femminile. Un’esecuzione perfetta sulle note del "Nessun dorma" di Puccini, una diagonale iniziale tutta grinta e precisione, e il proseguo non è da meno. Ancora prima della fine dell’esercizio metà palazzetto era in piedi ad applaudire ed era chiaro a tutti che una medaglia non poteva sfuggire. Argento, ma vale come l’oro conquistato ad Aarhus o quello, doppio, di Amsterdam. Vale di più anzi: Vanessa viene da un anno tormentato per i guai fisici che non le hanno mai consentito di allenarsi con continuità, viene da un lungo periodo senza vittorie, da una olimpiade finita in lacrime lontano dalle prime. Vanessa non aveva più la serenità di qualche anno fa, e i rapporti con i tecnici erano difficili. Questi europei rappresentavano un bivio: tornare grande o cadere verso la mediocrità. Vanessa da campionessa qual’è ha saputo sfoderare grinta e talento e si è aggiudicata l’argento dietro una strepitosa Tweddle (Gran Bretagna). Ora Vanessa può affrontare il futuro immediato con un’altra prospettiva, e con la consapevolezza di essere tornata tra le migliori al mondo.
Au.Bi.