Il regolamento che divide

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    Una sola seduta di commissione e già le proposte per il nuovo regolamento di polizia urbana fanno, quantomeno, discutere. A partire dalla formalizzazione del divieto di consumare cibi nei parchi cittadini: chiunque sia sorpreso a occupare un luogo pubblico in modo "provvisorio, disordinato e scomposto" con cibo, vassoi, scatolette o bottiglie può essere soggetto a sanzione, a maggior ragione se viene sorpreso a dormire all’ombra di un albero durante il giorno o a riposare di notte. Novità in vista anche per i giochi pubblici, rigorosamente off-limits a tutti i "soggetti palesemente al di fuori della fascia di età cui sono destinati".
    Altre norme che l’assessore e vice-sindaco Fabio Rolfi vorrebbe introdurre riguardano il commercio (la pulizia della zona esterna all’esercizio deve essere costantemente effettuata dall’esercente, che deve altresì tutelare nei limiti del possibile la quiete pubblica nei dintorni del locale e scoraggiare rumori molesti), gli animali domestici (dovranno essere sottoposti a periodici controlli veterinari; i cani dovranno essere iscritti in un apossito albo) e ancora i condomini e palazzi cittadini: all’esterno della porta d’accesso è possibile che gli amministratori siano chiamati a mettere una targa che riporta il loro nome e il loro numero di telefono.
    Au.Bi.

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    1 COMMENT

    1. Il vice sindaco ha ragione in tutto, su tutto, per tutto.Senza di lui la vita a Brescia non avrebbe senso, con lui ogni giorno è un brivido di novità, Rolfi è l’uomo, anzi l’omino che a brescia mancava,ora siamo al completo, non manca più niente, lui copre, ricopre, chiude richiude, prende riprende non lascia spiraglio alcuno alla libera fantasia dei cittadini, tutto è regolamentato.
      Che vita ragazzi a Brescia!

    2. Un regolamento liberticida e nazista.
      Questa ansia di "amministrare" i parchi di Brescia non la capisco visto che i bresciani non vivono e mai hanno vissuto nei loro parchi. Forse proprio per questo motivo non vogliono che le persone normali si siedano sulll’erba a bere o a mangiare: per invidia, perché non sanno gustarsi questa piacevole abitudine.

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