La Loggia contro Magazzino 47

Nei giorni scorsi, all’approssimarsi della festa della donna dell’8 marzo, sui muri della città, centro storico compreso, sono comparsi piccoli manifesti colorati che riproducono volti di pasionarie della libertà e dei diritti civili. Donne famose o poco conosciute (ANGELA DAVIS, ADA GOBETTI, LEILA KHALED, COMANDANTE RAMONA, HARRIET TUBMAN, NORA CONNOLLY O BRIEN, LOUISE MICHEL, EMMA GOLDNAM, PHOOLAN DEVI, LUCIA SANCHEZ SAORNIL, VERA ZASULICH, QIU JIN, MIA) che secondo i promotori dell’iniziativa, gli attivisti del centro sociale Magazzino 47, dovrebbero far riflettere sulla condizione della donna ancora oggi vittima di soprusi e ingiustizie ma anche, e qui veniamo alla protesta cittadina, pretesto per mettere in campo le ronde. Si legge nel comunicato del centro sociale: «Mentre si organizzano ronde per “difendere” le donne dalla violenza e si sdogana ogni forma di razzismo con la scusa di “proteggerle”. Le ricordiamo alla vigilia dell’8 marzo 2009 per urlare il nostro disgusto davanti a queste politiche da ventennio agite e agitate in nostro nome e a nostra difesa. Per dire ancora che la violenza sulle donne non ha confini. E ha un solo tratto comune: è agita dagli uomini sulle donne. Per ricordare che la violenza è in Europa la prima causa di morte e invalidità permanente per le donne di età compresa fra i 14 e i 66 anni, che gli abusi si manifestano sì nelle strade ma soprattutto fra le mura domestiche ad opera di persone conosciute, dove hanno la loro espressione più continuativa e massiccia. Le ricordiamo per denunciare l’uso e l’abuso del corpo della donna, sempre esposto, disponibile e lascivo. Contro i mezzi di comunicazione di massa e la pubblicità, colpevoli di generare la «cultura» dello stupro e di strumentalizzare i fatti di cronaca. Contro il silenzio assordante che da troppo tempo offusca e distorce il tema della violenza sulle donne. Le ricordiamo, e sono solo alcune, perché sono sfuggite al ruolo di vittima che la società aveva scritto per loro e si sono ribellate. E ricordiamo che le donne continueranno a difendersi, a lottare e a denunciare con rabbia. Senza ronde e senza padroni».
Gli assessori della Loggia più che il messaggio (la libertà di opionione è garantita dalla Costituzione) criticano le modalità e promettono azioni penali e civili affinché i responsabili paghino i loro atti che costeranno alla cittadinanza denaro, necessario per la pulizia dei muri nel centro storico.
a.c.

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Redazione BsNews.it

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