Le industrie pesanti sono state in ordine di tempo le prime realtà a percepire gli effetti della crisi e le prime a usufruire della cassa integrazione. Diverse acciaierie e fonderie della provincia si stanno barcamenando tra periodi di chiusura totale e parziali riaperture. La dirigenza dell’Alfa Acciai invece ha proposto ai suoi 850 dipendenti dipendenti un accordo particolare che potrebbe durare addirittura due anni (alla faccia di chi pensa che la crisi avrà vita breve). Gli operai sono in questi giorni chiamati a votare una intesa che prevede turni di lavoro notturni settimanali dalle ore 19 alle 11 del mattino successivo (turni da 5 ore ciascuno) e orario pieno durante il sabato e la domenica. Così facendo ogni operaio lavorerebbe 31 ore settimanali anziché 40 con una decurtazione salariale prevista del 7% circa e nessuna ripercussione sulla tredicesima, sulle ferie e sulle parti accessorie della busta paga. Per la fabbrica sarebbe un bel risparmio in fatto di costi energetici (l’energia elettica, divorata dalle acciaierie, costa meno di notte e durante il week-end) e potrebbe così scongiurare il ricorso a licenziamenti, eventualmente ipotizzabili in un 35% circa.
a.c.
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