La cattiveria come categoria politica

Il Nord è diventato la pancia del Paese da dove sgorga e viene sapientemente fomentata una cattiveria che ha assunto la dignità di categoria politica.

Con le misure contenute nel pacchetto sicurezza approvato oggi dal Senato diventa legge lo sfregio dei diritti universali della persona. Ronde, censimento dei senza dimora, tasse su un sistema di permessi che tra l’altro poco funziona, ma soprattutto quell’odiosa norma che fa dei medici spie, conduce l’ Italia verso l’odio. A prescindere dall’effettiva applicazione, i rappresentanti dei camici bianchi hanno già ribadito la loro contrarietà e la ferma volontà di non osservare la nuova regola, la tenacia con la quale il Governo tira dritto cela la pericolosa debolezza dei moderati e la cattiveria di una destra xenofoba pronta a tutto pur di accaparrare voti. Sono anni che all’”insegna di tolleranza zero” sindaci leghisti inventano ordinanze puntigliose pur di colpire gli immigrati per accarezzare un elettorato che alla seria gestione dei problemi preferisce gli slogan. In poco meno di un anno dagli slogan si è passati a norme di stampo razzista ch, invece, avranno degli effetti tremendi.

Lo sconcerto non investe le politiche leghiste, ma l’assenso pedissequo degli altri partiti che hanno tradizioni culturali ben diverse e rappresentanti con carature di stampo democratico. Ecco proprio questi ultimi si stanno rendendo responsabili dello scempio della civiltà del diritto in Italia. E’ grave.

I partiti moderati del Governo barattano la tenuta dello stesso e si turano il naso di fronte a norme che portano la società sull’orlo del conflitto sociale. Anche Brescia assiste al medesimo imbarazzo e la vicenda del bonus bebè trova amministratori cattolici inermi di fronte alle pressioni di un partito che anche dopo avere incassato una sconfitta dal parte della magistratura minaccia l’eliminazione di tutti i servizi dedicati agli extracomunitari. Come definire tale rappresaglia, se non frutto di una cattiveria senza senso. Persino la Cgil di Marco Fenaroli cerca il dialogo con un sindaco espressione di tutti i bresciani e soprattutto di ben altra tradizione culturale rispetto ai colleghi leghisti.

La stessa trappola inchioda An e Forza Italia a Roma. Ma i malumori  e i sussurri non servono più. Adesso è necessario un gesto di responsabilità da parte di chi non coltiva l’odio e la paura; da parte di chi non  intende chiudere gli occhi di fronte ai pericoli regalati da una legge ingiusta. Quando gli immigrati saranno costretti a vedere soffrire i propri figli senza potere confidare in una sanità accogliente  e anima non lo permetteranno per molto. E avranno ragione.

La maggioranza dei clandestini,  i dati sono su tutti i quotidiani di oggi, si rivolge alle strutture ospedaliere soprattutto per i parti. Nella norma che prevede l’obbligo di denuncia da parte dei medici dei presidi pubblici non c’è traccia di pietà umana nemmeno per i deboli dei deboli. Trapela solo ideologia e cecità di fronte al pericolo di contagi che la sanità non sarà in grado di controllare.

Ma la bandiera della “tolleranza zero” sarà issata e sventolerà sulle macerie culturali prodotte dal bulldozer leghista. Ecco perché non trovo parole diverse da una categoria morale quale la cattiveria per commentare l’alba dei prossimo drammatici anni. Eppure rimango convinta che si debba resistere con forza alla deriva di un Paese o di una città che appartengono a tutti.

Federica Papetti

 

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Redazione BsNews.it

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