Dopo il primo ricorso in cui appoggiò due famiglie di immigrati che si sentivano discriminate perchè escluse dalla possibilità di ricevere il bonus, la Cgil annuncia che potrebbe ora dare sostenere altre famiglie, questa volta italiane, che non riceveranno più il bonus promesso. Secondo la Cgil cittadina, guidata dal segretario generale Marco Fenaroli l’annullamento del bonus bebè è un atto illegittimo, un arbitrio perchè la sentenza del giudice ha stabilito che il bonus va esteso anche agli immigrati e non annullato anche per le famiglie italiane. Fenaroli dalle colonne di Bresciaoggi se la prende un pò con la Lega (che ha invitato i lavoratori a stracciare le tessere della Cgil): «Gli stranieri sono il 16% degli iscritti alla Cgil, e non la metà come dicono loro. Sono 20 anni che la Lega invita a stracciare le tessere della Cgil e 20 anni che non ci riesce. Noi difendendo gli ultimi difendiamo tutti, quando ci dimentichiamo di qualcuno tutto il sindacato arretra» e un pò con Paroli (con il quale Fenaroli vorrebbe parlare, ma il sindaco a detta del segretario non si fa mai trovare) e il resto della Giunta: «Nelle espressioni usate in Loggia c’è la rabbia dei prepotenti. Noi abbiamo fatto ricorso e il giudice ci ha dato ragione. Invece di mettere a punto la delibera, si dice "Io sono il padrone, sono stato eletto e faccio quello che mi pare". Questo è arbitrio, è esercitare il potere come fosse libero da vincoli, ma questo non corrisponde al nostro ordinamento. I soldi non sono loro, sono di un’articolazione locale dello Stato. Dicono: "in fondo che male c’è a fare qualcosa solo per i bresciani?". Anche in Alabama si chiedevano "che male c’è a fare un autobus solo per i bianchi?". Noi non abbiamo lavorato per creare problemi fra italiani e stranieri, ma per affermare pari diritti».
La Cgil sta già raccogliendo i nomi dei cittadini italiani che intendono ricorrere contro chi gli nega un contributo promesso.
a.c.
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