Il tanto atteso processo sulla strage di piazza Loggia in corso a Brescia, imputati Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte, Francesco Delfino, Giovanni Maifredi e Pino Rauti, ha perso ieri buona parte dei testi chiave richiesti dall’accusa, dalle parti civili e dai difensori degli imputati. Testimoni importanti per capire chi volle lo scoppio della bomba, per fare luce su chi ha coperto per tanti anni i responsabili. Non solo testimoni "famosi", testimoni fondamentali che invece non entreranno in aula: quasi trecento in totale, a partire da Giulio Andreotti, Francesco Cossiga, Emilio Colombo, Renato Curcio, Arnaldo Forlani, Tina Anselmi, Valerio Fioravanti, Erich Pribke, i bresciani Paolo Corsini e Roberto Chiarini, i direttori di Sismi e Sisde (il servizi segreti militare e civile), Giancarlo Tarquini (ex procuratore della Repubblica a Brescia), Francesco Saverio Borrelli e Guido Salvini. Non ammessi in aula dundue quasi trecento dei duemila testi chiamati in causa; certo un bello sgravio di lavoro, peccato però perchè alcuni di loro avrebbero saputo fornire elementi importanti al processo.
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