Le dimissioni di Mantovani

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    Ieri mattina il presidente della Fondazione Brescia Musei Agostino Mantovani è salito in Loggia e ha rassegnato formalmente le sue dimissioni al sindaco. Adriano Paroli ha cercato di fare compiere marcia indietro al presidente, ma la decisione pare irrevocabile: a fine anno Mantovani lascerà la guida della fondazione che ha diretto per anni.
    Un gesto improvviso, non c’erano stati negli ultimi giorni segnali particolari di attriti tra Mantovani e l’amministrazione. A dir la verità neppure nei mesi scorsi, certo la situazione non era idilliaca ma il rapporto era leale, corretto. All’indomani delle elezioni Mantovani aveva rimesso il proprio mandato nelle mani del sindaco che lo aveva invece riconfermato alla guida di Brescia Musei. Dunque il motivo delle dimissioni pare non sia una presa di distanza dall’amministrazione di centro destra. Mantovani ancora non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, inutile cercare le motivazioni del gesto. Magari saranno confermate le indiscrezioni che vogliono che le dimissioni siano semplicemente dovute alla volontà di farsi da parte per motivi di età, per far entrare forze fresche nella fondazione. Certo è che mai come prima le sorti della cultura bresciana sono all’ordine del giorno: la questione Goldin, le offerte di Sgarbi, le polemiche e poi il ritiro della sua candidatura, le grandi mostre (sarà l’ultima quella in corso a Santa Giulia?), il ruolo della fondazione, le sinergie tra i musei civici, la candidatura di Brescia Longobarda ai siti del Patrimonio Unesco (per la quale dice Arcai: «La collaborazione di Mantovani nella candidatura di Brescia longobarda a patrimonio dell’umanità è stata totale»). Non ultimo lo stanziamento da parte dell’amministrazione di 100 mila euro a favore di Brescia Mostre, una mossa che si può leggere come tentativo di valorizzare una struttura "alternativa" a Brescia Musei. Si attendono le dichiarazioni di Mantovani.

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