Brescia: troppo virtuosa

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    La nostra città è la migliore in Italia per quanto riguarda l’equilibrio dei conti pubblici, il rapporto tra entrate e spesa. Paraddossalmente questo potrebbe rappresentare un grosso problema per i prossimi anni, a iniziare già dal 2009. Nel 2007 il saldo è stato positivo per 70 milioni di euro e proprio quell’anno è stato scelto dalla politica nazionale come riferimento sul quale basare i futuri bilanci che dovranno rimanere nei limiti del patto di stabilità: taglio del 20% rispetto al bilancio 2007, 14 milioni in meno. Purtroppo però il saldo era frutto dei maxi dividendi Asm che non rappresentano un’entrata costante. E questo potrebbe trasformarsi in un boomerang innescando la necessità di tagli a servizi o di maggiori nuove entrate fiscali. Ieri hanno espresso la loro preoccupazione il capogruppo dell’opposizione Emilio Del Bono e il presidente della commissione bilancio Fabio Capra. Per Del Bono le sanzioni cui la città sarebbe sottoposta sarebbero gravi: taglio del 5% del trasferimento ordinario da parte dello Stato (2 milioni di euro in meno), deciso contenimento della voce di spesa corrente, assunzioni bloccate e divieto di ricorrere all’indebitamento.
    Brescia non è sola: nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra i comuni virtuosi a Reggio Emilia. Tante le soluzioni proposte per limitare i danni, tra cui quella di prendere in considerazione la media di tre anni per il patto di stabilità oppure di non considerare nel calcolo le entrate di natura straordinaria, come i maxi dividendi azionari. Certo, la nostra città può vantare tanti parlamentari bresciani, tra cui il sindaco. C’è da sperare che facciano valere i nostri interessi.
    A.C.

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