Ecco il piano

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    Il 15 settembre il progetto approderà in Regione ma ancora rimanevano alcuni dubbi sulla ricollocazione degli inquilini della torre che per prima verrà abbattuta: ieri questi dubbi sono stati risolti durante la conferenza stampa che ha illustrato il piano. A parlare l’assessore alla casa Massimo Bianchini, intervenuto dopo la riunione congiunta delle commissioni Lavori Pubblici, Servizi Sociali e Urbanistica. La prima torre che si vorrebbe abbattere è la Tintoretto, dove attualmente sono occupati 182 appartamenti sui 195 disponibili, per un totale di 485 residenti. Tutti questi nuclei dovrebbero trovare posto tra i 280 nuovi alloggi del Comune e dell’Aler (proprietaria della torre) pronti a breve e dislocati tra Sanpolino e Folzano. Proprio riguardo a Sanpolino si fa sentire la voce dell’opposizione, in particolare di Emilio Del Bono che teme che dalla torre-ghetto (uno dei motivi per i quali la si vuole abbattere) le famiglie disagiate e problematiche potrebbero trasferirsi in blocco a Sanpolino dove si formerebbe il quartiere-ghetto. Del Bono denuncia inoltre il fatto che la rilevanza del piano presentato di fatto congelerà per 5-8 anni ogni altro progetto di residenziale-popolare, tema particolarmente sentito in tempi di crisi economica. Altri elementi di criticità espressi dall’opposizione sono esposti da Claudio Bragaglio, ex assessore alla casa, che torna a chiedere di valutare attentamente anche l’eventuale alienazione dell’edificio, ipotesi avanzata anche da Aldo Rebecchi (Pd) che si chiede se qualcuno abbia vagliato il mercato per verificare se esistano eventuali acquirenti: la struttura della torre è in cemento armato sanissimo e non ci sarebbe alcuna ragione di usare il tritolo. Ricordiamo i costi del piano che verrà presentato entro il 15 settembre in regione nell’ambito del programma dei Contratti di Quartiere: 18 milioni di euro di cui 12 finanziati dalla Regione, 4 dall’Aler e 2 dal Comune. In caso di parere favorevole da gennaio si inizierebbero gli studi progettuali contestualmente al piano di ricollocazione degli inquilini (per cui sono previsti due anni di tempo); altri quattro-cinque mesi prima dell’abbatimento (che assieme allo sgombero delle macerie costerebbe almeno 3 milioni di euro) dopodichè si inizierebbe a costruire il nuovo quartiere con 80 alloggi, gli edifici saranno alti al massimo 4-5 piani. Del Bono ieri è tornato a chiedere un nuovo incontro in commissione prima del 15 settembre, ma Paroli difende il progetto che porrebbe fine alla triplice problematicità delle torri, per un terzo rappresentata dal disagio degli inquilini, per un terzo dall’eccessiva concentrazione e un terzo dalla progettualità fallimentare che sta a monte.
    A.C.

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