Un passante stava camminando tranquillamente al villaggio Badia quando distrattamente butta un’occhiata sul fondo asciutto di un fossato da dove spunta ciò che sembra essere un osso umano. Trattandosi di una roggia vicina a via Ugolini il collegamento è fin troppo facile da fare: il ritrovamento fa subito pensare all’omicidio dei coniugi Aldo Donegani e Luisa De Leo, massacrati nella loro villetta il 30 luglio 2005 e poi smembrati in pezzi, non del tutto ritrovati. Il 17 agosto di tre anni fa vennero alla luce, sul passo del Vivione, due sacchi dell’immondizia che contenevano parte dei cadaveri; mesi dopo a Provezze di Provaglio, sopra la galleria del Monte Cognolo, vennero ritrovate, a distanza di mesi l’una dall’altra, le teste. Ad oggi mancano il busto della donna, la gamba sinistra, tibia e perone della gamba destra di Aldo. Ora spetta all’istituto di medicina legale del Civile di Brescia affermare se il femore ritrovato appartiene o meno al corpo di Donegani. Nel frattempo il nipote Guglielmo Gatti rimane in carcere, pochi mesi fa i giudici hanno confermato in appello la condanna all’ergastolo della sentenza di primo grado.
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