Il Movimento Cristiano Lavoratori si unisce alla reazione delle organizzazioni sindacali contro gli ennesimi incidenti mortali sul lavoro.
Nel doveroso richiamo alle istituzioni per rinnovare la tutela alla salute e all’integrità fisica dei lavoratori, il Movimento Cristiano Lavoratori ancora una volta a riflettere con le parole di Giovanni Paolo II nella “Laborem Exercens”: “Bisogna permettere all’uomo di diventare più uomo nel lavoro e non già di degradarsi a causa del lavoro, logorando non solo le forze fisiche, ma soprattutto intaccando la dignità e la soggettività che gli sono proprie.” E’ un nuovo punto di vista dal quale anche la “cultura del lavoro” deve considerare l’uomo: non come astratto strumento per “efficacia, risultati e obiettivi”, ma come risorsa nella sua soggettività, e cioè con i suoi “tempi” che sono i “tempi della vita”.
Temi da sempre cari al Movimento Cristiano Lavoratori, che diventano urgenti in questi giorni, quando Governo e Parti Sociali stanno iniziando un confronto importantissimo per la definizione di un metodo, di una piattaforma sulla politica dei redditi e sul fisco delle famiglie italiane; temi che per Il MCL promuovono un uomo in grado attendere alle necessità della famiglia nella “flessibilità circolare”, di riposare e rinfrancarsi in comunione con i propri cari nella “domenica giorno di festa”. Proposte per dare modo ad ognuno di rinnovare le proprie energie da apportare al lavoro con dignità e in senso propositivo, cioè come “risorsa” e non solo come mero strumento (deperibile) e quindi soggetto ai tristi rischi sopra evidenziati.
Il Movimento Cristiano Lavoratori richiama perciò con forza la necessità di affermare una più ampia e condivisa “cultura della vita”, e questo riguarda anche ed in particolare tutti i lavoratori.