Inchiestina sul Partito democratico in Loggia

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Palazzo Loggia
Palazzo Loggia, sede del Comune di Brescia

Da il Brescia, 21 maggio 2007 (andrea tortelli)

I segretari provinciali di Ds e Margherita hanno già cominciato a discutere del percorso di avvicinamento al Partito democratico, che potrebbe portare a breve all’indicazione di responsabili di settore unitari. Quanto però  alla costituzione di gruppi unici nelle istituzioni locali Gianantonio Girelli e Beppe Franzoni per ora hanno scelto la linea morbida. Insomma: nessuna forzatura, tanto meno nelle realtà più delicate. È per questo, ad esempio, che la Loggia sarà probabilmente una delle ultime realtà a compiere il grande passo: i malpancisti – pur essendo un’esigua minoranza tra gli eletti – non mancano in nessuno dei due partiti e l’imminenza delle elezioni consiglia di non fare passi avventati e magari dolorosi.
Nel frattempo, però, in casa Quercia e in casa Margherita (al momento i promessi sposi vivono ancora dai “genitori”) c’è probabilmente chi sta facendo qualche calcolo. E i più soddisfatti del matrimonio sembrano stare nei Dl, che in caso di fusione vedrebbero quasi certamente aumentare la propria rappresentanza nelle istituzioni in virtù della maggiore capacità (eredità della storia democristiana) di muovere preferenze all’interno delle liste. Per dimostrarlo basta fare un piccolo “gioco”. Sommando – anche se in politica la matematica non è una scienza – i voti conquistati da Ds (17,53 per cento) e Margherita (11,02) nelle elezioni del 2003, il Pd si sarebbe attestato sul 28,55 per cento e avrebbe eletto 15 consiglieri. Ma se oggi la Quercia conta nove rappresentanti e i Dl solo sei, mettendo tutti i candidati in un unico listone le proporzioni sarebbero esattamente ribaltate. Perché tra i primi 15 più preferenziati ben 10 appartengono proprio alla Margherita. Con il gioco delle promozioni ad assessore di alcuni consiglieri (così è avvenuto per Luigi Morgano, Luigi Gaffurini, Fabio Capra, Rosangela Comini e Carla Bisleri), quindi, i conti tornerebbero a bilanciarsi (8 e 7 per i Dl), ma per poi premiare di nuovo la Margherita (10 a 5) se si confermassero anche le dimissioni di alcuni consiglieri (Mario Sberna, Franco Tolotti, Arturo Squassina e Gianbattista Ferrari). Solo un gioco, certo, ma con un dato di fatto significativo. Anche nella più favorevole delle ipotesi  l’attuale capogruppo dei Ds Claudio Buizza (165 preferenze) non sarebbe mai stato eletto e con lui Marco Pozzi (156), Adriano Taglietti (156) e Roberto Cammarata (151). In contempo sui banchi della Loggia siederebbero – avendo superato i colleghi nelle preferenze – quattro Dl in più: Stefano Dioni (213), Alfredo Bazoli (191), Alcide Cattabriga (180) e Angelo Balsamo (170).

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