Polemica sui cori “barbari” della fiaccolata

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La presa di distanza è bipartisan, ma il giorno dopo la fiaccolata della Casa della libertà infiamma soprattutto la polemica sui cori partiti dalla coda del corteo, dove “marciavano” – bandiere alla mano – i militanti del Movimento giovani padani. Dal megafono, infatti, sono stati lanciati anche insulti pesanti: alla moglie di Corsini e alla «mamma dell’imam» («in vetrina ad Amsterdam»), agli stranieri («chi non salta è giargianese») e alla memoria di Carlo Giuliani, il giovane manifestante morto in circostanze tragiche al G8 di Genova nel 2001 («sei caduto contro un estintore»).
«Manifestazioni di brutalità e vera barbarie che si commentano da sole, la degna conclusione di una iniziativa del genere», dice lapidario l’assessore comunale alla Mobilità Ettore Brunelli. E di «barbarie» parla anche l’assessore cittadino alla Sicurezza Dionigi Guindani. «Sono incredulo», commenta, «spero che sia stata opera di qualche elemento isolato, ma mi dispiace che che ogni volta si continui a prendere di mira il sindaco con ingiurie sulla sua famiglia. Se davvero quei cori sono partiti da militanti della Lega», aggiunge, «mi auguro che il Carroccio faccia quello che qualsiasi partito serio farebbe: io», chiosa, «un iscritto che si comporta così non esiterei a cacciarlo». Il parlamentare della Margherita Emilio Del Bono, invece,  si rivolge direttamente agli altri partiti della Cdl invitandoli a isolare la Lega. «Il centrodestra», spiega, «deve interrogarsi sul fatto se vuole assumere un profilo credibile di governo o assecondare le frange più incontrollabili e volgari. Alla parte ragionevole del centrodestra chiedo di isolare gli estremisti e avviare un confronto serio con noi per ottenere qualche risultato». Ma anche dal centrodestra arriva una ferma condanna dell’accaduto: «Ero alla testa del corteo e ho appreso dei cori soltanto dal giornale», spiega il capo della segreteria politica di An Mario Labolani, «ma alla notizia ho subito telefonato al segretario cittadino della Lega per manifestare la mia amarezza. Se è vero che ci sono stati questi insulti gli autori sono degli imbecilli e non hanno giustificazioni. Ma», aggiunge, «vorrei che la stessa fermezza la dimostrasse anche il centrosinistra di fronte ad altri episodi».
Quanto ai vertici del Carroccio sia Fabio Rolfi sia il segretario provinciale Stefano Borghesi manifestano stupore. «Non ho sentito nulla, ma mi sembra strano: noi eravamo lì per attaccare Corsini per quello che non ha fatto per la sicurezza dei bresciani, non sul piano personale», dice il primo. «Io ero dalla parte opposta del corteo», aggiunge Rolfi, «ma non credo che qualche coro strampalato possa mettere in discussione il senso della manifestazione, tanto più che a Brunelli vorrei ricordare quanto avviene – fra teste e vetrine rotte – in certe manifestazioni della sinistra. In qualsiasi caso», conclude, «faremo una verifica interna per capire cosa è successo e se gli iscritti al nostro movimento c’entrano qualcosa». a.t.

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