Traffico illecito di rifiuti, ecoballe tossiche bruciate a Brescia
Due ordinanze di custodia cautelare e una misura interdittiva è quanto i carabinieri del Noe, il nucleo operativo ambientale, sotto la direzione della Procura della Repubblica e della Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia hanno eseguito nella giornata di ieri a Brescia. L’accusa è di smaltimento illegale di rifiuti negli inceneritori di Brescia, Alessandria, Pavia e Savona.
Le misure adottate dai carabinieri – come riporta il Giornale di Brescia – rientrano in una vasta inchiesta su scala nazionale partita da Rezzato a ottobre del 2014. Un vasto incendio alla Trailer di Rezzato portò alla luce un sospetto traffico illecito di rifiuti: una volta che i vigili del fuoco penetrarono nel capannone ad incendio domato trovarono mille tonnellate di rifiuti urbani pronti per essere portati negli inceneritori della Lombardia senza essere stati opportunamente trattati. La provenienza di queste ecoballe sarebbe la Campania.
Dell’organizzazione criminale, secondo gli inquirenti, farebbe parte almeno un dipendente di A2A. Le accuse sono dunque pesanti: aver smaltito nei termovalorizzatori tonnellate – si parla di 100mila – di rifiuti che erano stati trattati solo sulla carta ma che in realtà non erano mai stati preparati per ridurre limpatto ambientale della loro combustione. Grazie a questi illeciti, alcune aziende di smaltimento dei rifiuti fra Bergamo e Alessandria potevano proporre prezzi molto bassi e concorrenziali nelle gare di appalto, prezzi impossibili per le aziende sane. L’inchiesta conta complessivamente 26 indagati, sequestri per 6 milioni di euro e ricavi illeciti accertati per 10 milioni.
Nel pomeriggio di ieri A2A Ambiente ha diffuso una nota ufficiale in cui si dice “certa di aver sempre agito nel rispetto di tutte le disposizioni di legge e prescrizioni autorizzative, ha offerto la massima disponibilità alla magistratura, confidando che la propria estraneità ai reati ipotizzati venga quanto prima possibile riconosciuta”.